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Fil Simondi Entertainment
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I miei progetti in corso

That Spooky Girl

Nella primavera 2016 avevo cominciato a pubblicare le prime strisce a fumetti intitolate "That Spooky Girl", che voleva essere una miniserie dal tono leggero volta un po' a parodiare il genere supereroistico. 

Dopo i primi capitoletti basati sulla formula monster of the week più qualche gag, ho cominciato però ad affezionarmi al progetto e ai personaggi, ritrovandomi a volerli rendere più tridimensionali e a seguire le loro interazioni e la loro evoluzione. Non ho effettuato un cambiamento totale di rotta, nel senso che quantomeno la protagonista Jana continua a fungere anche da comic relief e farsi di tanto in tanto beffe dei tropi tipici del genere, ma in generale l'orientamento è ora sul raccontare storie relativamente più complesse e a lungo termine.

Morale della favola, la miniserie scanzonata a tempo perso è diventata la mia priorità dal punto di vista creativo, andando a soppiantare i romanzi che avevo in lavorazione. L'opportunità che ho di migliorare la narrazione anche dal punto di vista visivo, oltre che la tecnica di disegno in sé, è troppo ghiotta per non essere sfruttata, senza contare il fatto che il medium si presta di più a una diffusione internazionale rispetto alla prosa in lingua italiana, la cui bellezza intrinseca non è purtroppo fruibile da tutti.

Una curiosità su questa serie: il design generale, i nomi e i poteri di alcuni dei personaggi (quantomeno i due principali) risale in realtà a parecchi anni addietro, penso intorno al 2006 o su per giù, in cui avevo cominciato ad abbozzare un fumetto intitolato per l'appunto "Nemesis", come l'alias superoistico dell'attuale Jana che di fatto nessuno usa per alludere a lei. Qui a fianco delle bozze risalenti ad allora dei personaggi che sarebbero poi diventati Lenka e Jana, che ho trovato sepolte in un cassetto a casa dei miei genitori (le bozze, non le ragazze).

La differenza principale tra la Ur-serie e quella definitiva è che ricordo come Nemesis avrebbe dovuto mantenere dei toni molto cupi e drammatici, sullo stile un po' alla Berserk del maestro Miura, molto diverso quindi da cosa è poi diventato That Spooky Girl, che già dal titolo vuole fare un po' ironia sulla mia idea originale e al voler spingere a tutti i costi sul "darker and edgier" che tanto andava per la maggiore nei comics degli anni '90 (periodo in cui d'altra parte sono cresciuto).

La fine della trilogia

Nell'ormai lontano 2007 preso da un guizzo abbastanza improvviso avevo cominciato a scrivere il romanzo che sarebbe diventato La porta. Sinceramente non avrei mai creduto che sei anni dopo sarei ancora stato alle prese con le vicende di Anastasia, Ville, i nobili e tutti gli altri personaggi che popolano quell'universo fantastico che ho creato e al quale devo ammettere di essere ormai molto affezionato.

Ma ogni ciclo ha una fine, lo stesso dicasi per questa trilogia.

Chi avesse già letto Le ombre degli dei potrà probabilmente intuire in che direzione procederà la storia (chi invece non lo avesse fatto, stia attento a continuare a leggere questo commento perché conterrà spoiler sul finale del romanzo in questione): tutti i protagonisti sono diretti verso la gelida città di Jerichall, con Gerard e Tobi che sperano di trovare una soluzione alla crisi diplomatica tra la Gilda e Rosenland mentre Ville, Anastasia e compagni attendono al varco Johann, che è riuscito infine ad entrare in possesso dei poteri ancestrali sia degli Zephira che dei Jericho. Un elemento molto importante sarà rappresentato dall'occhio dei nobili che inizierà a tormentare Anastasia con le sue fredde ed oscure visioni, mettendo a dura prova lo spirito della ragazza, già stremata dalle troppe disavventure; proprio il percorso di Anastasia, che inizierà ad essere sempre più preda dei dubbi su quanto stia facendo, ripensando spesso alla vita che avrebbe potuto condurre se non fosse stata trascinata in tutti quei viaggi pazzeschi, sarà uno dei temi portanti del libro: le differenze rispetto alla ragazzina che i lettori hanno conosciuto all'inizio di La porta sono evidentissime, sebbene come personaggio continui a conservare i tratti distintivi del suo carattere. Aspettatevi anche un notevole approfondimento di Johann, che pur mantenendo il proprio ruolo di principale antagonista mostrerà molte più sfaccettature rispetto a come lo avete conosciuto in Le ombre degli dei.

Nel complesso, allo stato attuale l'ultimo capitolo della trilogia sarà un fantasy che presenta atmosfere e toni più cupi rispetto ai due volumi precedenti, focalizzandosi molto sui rapporti tra i protagonsti, pur mantenendo sempre alta la tensione e conducendo verso un finale che vi assicuro sarà al cardiopalma! In particolare, spero che sarete soddisfatti di come ho cercato di chiudere il cerchio iniziato a tracciare ormai alcuni anni fa, connettendo tuti i vari elementi ancora avvolti nel mistero così che, una volta terminata la lettura di questo volume, possiate guardarvi indietro con la sensazione di aver vissuto insieme ai miei personaggi una storia coerente e compatta.

 

 

Bystanders

Passanti o meglio ancora Spettatori, il titolo dell'opera è in inglese non per vezzo ma in quanto al momento la stessa sta venendo composta appunto in lingua inglese. Scelta dettata essenzialmente da ragioni pratiche (da una parte la possibilità di accrescerne la fruibilità, dall'altra il fatto che anni di vita e lavoro fuori dall'Italia hanno reso l'inglese la lingua che utilizzo con più frequenza e costanza), ma che offre anche interessanti sfide ed opportunità a livello artistico, costringendomi ad adattare quello che è il mio stile abituale ad un altro medium linguistico. Se per caso non dovessi poi ritenermi soddisfatto del risultato a livello formale, vorrebbe dire che mi ritroverei nella curiosa posizione di dover tradurre la prima versione in quella che è la mia lingua madre; tuttavia, preferirei attenermi al piano A.

A livello di contenuto, il libro racchiuderà alcuni racconti brevi focalizzati su alcuni personaggi ed i loro rispettivi punti di vista, che a seconda dei casi andranno però a sfiorarsi o intricarsi fra loro per formare un'unica storia. Per fare un paragone con miei lavori precedenti, è a grandi linee il principio che ho adottato per comporre Il mostro senza nome, nel cui universo narrativo Bystanders è ambientato. Nonostante ciò, non si tratterà di un seguito, poiché i due libri sono tra loro slegati e quindi fruibili indipendentemente l'uno dall'altro; tuttavia, coloro che avessero letto sia Il mostro senza nome che Maschere potranno apprezzare alcuni dei riferimenti presenti in Bystanders.

Ma di cosa parlerà, in pratica, questo mio nuovo lavoro?

Di personaggi all'inseguimento dei propri sogni e di altri che invece sogni non ne hanno, in estrema sintesi. Ci sarà una componente thriller, una sentimentale ed una focalizzata sul viaggio alla ricerca della propria realizzazione; ci sarà gente focalizzata sulla propria carriera, gente animata da un'inestinguibile Wanderlust, gente che odia la bellezza e gente sognatirice: tanti ingredienti che andranno a comporre una sempre attuale canzone di luci ed ombre.

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